di Roberto Schellino
Con l’articolo di Roberto Schellino ha inizio una nuova categoria SEMI DI FUTURO, uno spazio di condivisione, aperto a contributi (articoli, video, storie da raccontare intorno al fuoco, danze, poesia, musica, graphic novel….) che danno voce al cuore collettivo, e al desiderio di costruire le nuove comunità della/con la terra, l’arcipelago che prefigura il mondo futuro.
Roberto Schellino si presenta
Abito con la mia famiglia in una borgata di Demonte in Valle Stura (CN), sono diplomato perito agrario e coltivo la terra. Svolgo attività nell’associazionismo contadino e nel 2015 ho scritto il libro “Mille contadini”.
Il presente articolo riguarda le relazioni ecologiche tra natura-agricoltura-società-salute, come prima bozza che va approfondita e sviluppata. Ho utilizzato parti di testi di altri autori integrandole in un contesto più generale.
MADRE TERRA AGROECOLOGIA E COVID-19
di Roberto Schellino
“Una vita intesa come riappropriazione e cura tanto dei nostri corpi quanto dell’ambiente in cui viviamo, intesa come libertà di scegliere sia il modo in cui vivere sia la salute che vogliamo e meritiamo. Una salute che non è fatta di ospedalizzazioni e medicalizzazione forzata, ma è fatta di cibo e ambiente sani e puliti, di tempo per noi stesse e per la cura delle relazioni, intrecci fondamentali che costituiscono la nostra forza e il nostro motore per vivere. Una salute fatta di consapevolezza su cosa è la nocività e quali sono invece le pratiche che generano salute e benessere, le pratiche che vogliamo continuare a portare avanti nelle nostre comunità.. ….NO all’attacco digitale e biotecnologico inflitto al nostro cibo, alla natura e alla VITA …per un futuro contadino ed ecologista, contro il capitale, le sue narrazioni, le sue regole, le sue imposizioni.”
Così si legge nella CHIAMATA PER LA SEMINA del 18-19 settembre 2021 svoltasi presso la Comunità agricola di Mondeggi Bene Comune (FI).
Partendo da qui porto il mio contributo alla discussione.
Le relazioni ecologiche
L’esperienza contadina oggi si racconta spesso in termini di agroecologia. Dove, attraverso le pratiche, si mettono in relazione il bisogno di produrre un buon cibo con il preservare la qualità della terra e di tutto l’ecosistema intorno ai campi coltivati e allevamenti animali sostenibili. Rifiutando quindi il ricorso a processi e prodotti agroindustriali (concimi e pesticidi chimici, piante e mangimi ogm…).
Ogni nostro atto pratico dovrebbe essere quindi parte di una consapevolezza complessiva del nostro stare con la terra percependo i flussi vitali del luogo in cui viviamo.
Se pratichiamo con consapevolezza questa agroecologia nei campi, possiamo essere in grado di avere una coscienza più allargata delle relazioni che connettono ambiente-agricoltura-cibo-salute-malattia-cura-prevenzione-individuo-collettività. Provando così a comprendere le relazioni ecologiche intorno alla Covid-19.
Un virus e’ un virus……ma da solo non basta
Un virus agisce su un ospite, ed ambedue sono immersi in un ambiente dinamico di cui essi stessi sono parte, cosicché le relazioni che si instaurano fanno parte di complesse interdipendenze ecologiche e co-evolutive.
Occorre partire da qui per cercare di comprendere il fenomeno dell’emergenza della malattia ed i meccanismi ecologici ed evolutivi che sono coinvolti.
Come ogni buon manuale di Igiene insegna, la malattia si manifesta e si sviluppa a differenti livelli di gravità, solo con l’interazione di tre condizioni negative: patogenicità dell’agente infettivo, un ospite ricettivo ed un ambiente esterno sfavorevole.
L’ecologia del nostro corpo
Noi siamo composti da trilioni di cellule umane, ma non siamo solo questo. Almeno uno stesso numero di cellule microbiche coabitano nel nostro corpo, convivono con noi e svolgono funzioni vitali in modo simile alle cellule umane, proprio come un sistema di organi. La simbiosi obbligatoria governa i domini della vita. Sulla nostra pelle, nella bocca, nei polmoni, nelle mucose, nell’intestino siamo coperti di batteri e innumerevoli specie di virus. Una buona parte di essi ci è vitale: moltissimi processi metabolici sono mediati da essi: dall’alimentazione alla respirazione, senza germi non ci sarebbe vita umana. L’insieme di queste cellule non umane è chiamato microbioma, mentre si usa il termine microbiota in riferimento a singoli organi del nostro corpo.
Il sistema linfatico umano
Il microbioma e il sistema immunitario
Il microbiota intestinale umano è un microecosistema altamente dinamico e interagisce con il sistema immunitario, questa alleanza sistema immunitario-microbioma consente l’attivazione di risposte protettive ai patogeni e il mantenimento di percorsi regolatori dell’attivazione immunitaria innata alle infezioni virali. Le cellule immunitarie indotte da una varietà di antigeni possono spostarsi tra l’intestino e i polmoni attraverso il sistema linfatico e/o il sangue ed il dialogo incrociato tra i tessuti intestinali e polmonari mediato dal microbioma e dalle cellule immunitarie è chiamato “asse intestino-polmone”. Oltre ai sintomi tipici dell’infezione polmonare, è stato segnalato che i pazienti con Covid-19 hanno sintomi gastrointestinali e/o disbiosi della flora intestinale. In caso di infezione patogena da SARS-CoV-2, un microbiota intestinale sano può essere essenziale per mantenere un sistema immunitario ottimale e prevenire risposte infiammatorie eccessive e dannose per i polmoni e gli organi vitali.
Funzione immunitaria, microbiota intestinale e alimentazione
Batteri del nostro microbiota intestinale
Lo sviluppo del sistema immunitario fin dai primi anni di vita viene influenzato sia dalle pratiche alimentari che dalle esposizioni ambientali.
Ad esempio, l’allattamento al seno fornisce ulteriore immunità passiva al bambino. I componenti del latte materno stimolano la maturazione del tessuto linfoide associato all’intestino. Gli oligosaccaridi del latte materno conferiscono benefici per la salute ai bambini, inibendo l’adesione dei microrganismi alla mucosa intestinale e impedendone così l’infiammazione.
In tutte le età l’alimentazione con vegetali a fibra, digeriti dal microbiota intestinale, sono fonte di SCFA (acidi gassi a catena corta) che agiscono nella risposta immunitaria virale e sono antinfiammatori. Più in generale, il microbiota intestinale ed i suoi prodotti sono parte della barriera immunitaria della mucosa intestinale strettamente correlata alla funzione immunitaria sistemica e polmonare del nostro corpo.
La dieta occidentale, ricca di grassi saturi, zuccheri, farine raffinate e cibi iperprocessati, predispone gli individui alla metainfiammazione. I nutrienti possono avere un impatto diretto o indiretto sulle cellule immunitarie causando cambiamenti nella loro funzione o modificando lo stesso microbiota intestinale. L’infiammazione sistemica cronica (metainfiammazione) è una caratteristica fondamentale alla base di una serie di malattie croniche.
Batteri di Escherichia coli
L’infiammazione cronica come squilibrio nell’ecologia interna del nostro corpo
“Siamo così fragili nei confronti di questo virus anche perché partiamo da un livello di infiammazione molto alto; con l’aumento dell’età invecchia anche il sistema immunitario, diventa più prono all’infiammazione, anche a causa di stili di vita sbagliati, quali la dieta sbagliata, la mancanza di attività fisica. Tra i pazienti più a rischio della Covid vi sono proprio gli obesi. L’obesità è una patologia con una forte infiammazione, perché il tessuto adiposo non è solo un deposito di grassi, ma produce citochine che stimolano l’infiammazione. Quindi l’infiammazione che dipende da alimentazione sbagliata e stili di vita sbagliati è una concausa nella Covid-19”.
Le relazioni fra microbiota intestinale, organi e sistema immunitario
Persona corpo e ambiente sociale
I cambiamenti progressivi nel microbiota intestinale umano, e soprattutto la riduzione della sua biodiversità, si sono verificati in più fasi lungo la recente transizione verso le moderne società urbane, e diversi aspetti tipici del processo di urbanizzazione – tra cui iperigienismo, abuso di antibiotici, parti cesarei, e dieta occidentale – sono stati indicati come fattori contribuenti. Si seleziona così un microbiota con minori capacità necessarie a stabilire risposte immunitarie equilibrate, favorendo allergie, disturbi autoimmuni e infiammatori.
Studi recenti evidenziano che nel continente americano neri e latino americani, generalmente più poveri, hanno un tasso di malattie cardiovascolari e metaboliche più alto della popolazione bianca e così avviene anche per la Covid-19. Scarse conoscenze, pochi soldi e una vita di corsa sono alla base di modi di alimentarsi insalubri orientati verso il cibo industriale, anche detto junk food, cibo spazzatura, mentre la tendenza a fare poco movimento è alimentata dall’insicurezza nei quartieri poveri e dalla loro mancanza di zone verdi. Queste condizioni si osservano ormai anche nei Paesi europei.
Riguardo gli innumerevoli effetti degli inquinanti industriali sulla salute umana, citiamo qui l’esempio dei composti chimici PFAS, in particolare del PFBA poiché livelli elevati di tale sostanza sono associati al doppio di probabilità di avere una forma grave di Covid-19, a causa del suo accumulo nei polmoni. Questa sostanza è diffusamente presente in molteplici prodotti di uso quotidiano e professionale.
Effetti dell’esposizione ai PFAS (da EEA, European Environment Agency original image)
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Per un’ecologia sociale dell’ambiente medico e sanitario
I nostri sistemi sanitari sono ospedale-centrici e farmaco-centrici, cioè essenzialmente finalizzati a diagnosticare e a curare le malattie croniche (endocrino-metaboliche, infiammatorie, degenerative e tumorali) che stanno dilagando in tutto il Nord del pianeta, e non a mettere in atto strategie di prevenzione e promozione della salute. E’ un approccio che si basa su un modello/progetto (dominante da alcuni decenni) di una medicina sempre più high-bio-tech, riduzionista e molecolare. Ecco perché, fin dall’inizio della pandemia è stato deciso di puntare, per contrastare il Sars-Cov-2, essenzialmente sull’immunoprofilassi di massa. Cioè su un grande esperimento senza precedenti per mettere in campo uno o più vaccini hyper-tech, allo scopo dichiarato di ottenere nel più breve tempo possibile una immunità di massa.
Oggi le malattie cronico-degenerative, infiammatorie e tumorali, concause delle forme più gravi di Covid-19, continuano invece ad aumentare e si manifestano in età sempre più precoce. E questo essenzialmente a causa di fattori ambientali (in particolare l’inquinamento dell’atmosfera delle nostre città e delle catene alimentari), che interferiscono pesantemente sulla programmazione “epigenetica” e quindi sullo sviluppo dei nostri corpi.
E’ evidente quindi che farmaci e vaccini non possono impedire la deriva pandemica causata dalla rapida distruzione dell’ecosfera, della climatosfera e in particolare della biosfera, che per il 70% è costituita da microrganismi e soprattutto da virus, il cui equilibrio co-evolutivo è sempre più profondamente disturbato dalle attività umane.
Covid-19: non una pandemia ma una sindemia
A differenza della PANDEMIA, che indica il diffondersi di un agente infettivo in grado di colpire più o meno indistintamente il corpo umano con la stessa rapidità e gravità ovunque, con SINDEMIA si indica una relazione tra più malattie e condizioni ambientali o socio-economiche.
Una sindemia non è semplicemente una comorbilità. Le sindemie sono caratterizzate da interazioni biologiche e sociali che aumentano la suscettibilità all’alterazione della propria salute. Di conseguenza affrontare Covid-19 significa affrontare ipertensione, obesità, diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie croniche e cancro. La vulnerabilità dei cittadini anziani, le Comunità nere, asiatiche e le minoranze etniche dei Paesi occidentali, i lavoratori mal pagati con meno protezioni sociali indicano una verità finora appena riconosciuta: non importa quanto sia efficace un trattamento o sia protettivo un vaccino, la ricerca di una soluzione puramente biomedica alla Covid-19 fallirà. Una visione sindemica fornisce un orientamento molto diverso alla medicina clinica e alla salute pubblica, mostrando come un approccio integrato alla comprensione e al trattamento delle malattie possa avere molto più successo rispetto al semplice controllo della malattia epidemica o al trattamento di singoli pazienti.
inquinamento da biossido di azoto (NO2) in UE. Le zone rosse, le più inquinate, sono sovrapponili con quelle di maggiore diffusione e della più alta mortalità da Covid-19 nella primavera 2020 (mappa e dati della EEA, European Enviroment Agency, riportati in https://nuovabiologia.it/zone-rosse/)
Chiunque rifiuti gli OGM nei propri campi, allevamenti e nel cibo deve chiedersi se ritiene compatibile utilizzare su di sè gli attuali vaccini a base genica che sono dichiaratamente OGM (Astra Zeneca, Johnson & Johnson) o utilizzano comunque (Pfizer, Moderna) tecnologie industriali di biologia sintetica delle quali sono sconosciuti gli effetti di lunga durata.
Infine e’ormai riconosciuto che la salute è data da quattro principali determinanti: lo stile di vita (alimentazione, cultura, condizioni socioeconomiche) per il 40-50%, il genoma per il 20-30%, l’ambiente per il 20%, i servizi sanitari per il 10-15%. Per questo una reale lotta a questa ed altre prossime sindemie necessita di essere attuata a più livelli integrati.
Ogni persona può essere responsabile e protagonista della propria salute, nei limiti delle sue possibilità. Limiti che possono essere superati collettivamente, con una coscienza sociale e partecipativa, poiché la terapia più importante per sconfiggere le malattie è la lotta all’ignoranza, alle disuguaglianze ed alla povertà, una lotta che non è possibile realizzare da soli.
Stima della correlazione tra il numero dei casi di Covid-19 e i giorni di superamento dei limiti UE per il particolato PM10 in 55 capoluoghi italiani. La linea tratteggiata che arriva al riquadro indica il limite degli sforamenti ammessi dalle direttive UE. Fonte: Coccia, Mario, Diffusion of COVID-19 Outbreaks: The Interaction between Air Pollution-to-Human and Human-to-Human Transmission Dynamics in Hinterland Regions with Cold Weather and Low Average Wind Speed (April 3, 2020). Working Paper CocciaLab n. 48/2020, CNR – National Research Council of Italy, Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=3567841 or http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3567841
Occorre quindi, anche riguardo alla Covid-19 e alla sua narrazione dominante, superare la falsa contrapposizione tra individuo e collettività. Esiste una insopprimibile dimensione individuale che riguarda una consapevole cura di sè a diversi livelli, da una alimentazione adeguata che può anche essere economica, alle scelte terapeutiche, a un rapporto cosciente con i medici.
Nello stesso tempo, per permettere una piena cura di sè a tutte le persone sono necessarie condizioni sociali che vanno rivendicate collettivamente. Un’educazione collettiva alla salute che aiuti tutti e tutte noi a riprenderci il nostro corpo.
Così noi contadini e contadine dovremmo sentire profondamente che l’agroecologia, con la sua enfasi sulla diversità, i modi naturali di coltivare, le conoscenze ecologiche tradizionali e un approccio centrato sul contadino, è il modo migliore per contrastare la Covid-19 come anche altre malattie.
In tutto questo c’è l’importanza critica di essere sani, di rafforzare il sistema immunitario del proprio corpo per ridurre la gravità o gli effetti gravi del virus e aiutarci a guarire. Il cibo è essenziale per il nostro sistema immunitario e la buona salute in generale, e non un cibo qualsiasi, ma un cibo coltivato naturalmente, sicuro, vario e nutriente. Questo è stato ampiamente trascurato in tutte le informazioni condivise sulla Covid-19. In breve, una varietà di cibo nutriente e naturale è una medicina!
Per questo attraverso la Covid-19 possiamo ritornare all’agroecologia ed alla vita contadina, poiché ora non è più possibile pensare la sovranità alimentare senza praticare anche l’autodeterminazione del proprio corpo e della propria salute individuale e collettiva. Una società che impone cure obbligatorie e nuove infrastrutture permanenti di controllo sociale nega insieme biodiversità, libertà e democrazia.
Tutto ciò richiede anche a noi un impegno sociale e una visione politica nuova.
Roberto Schellino
(Immagini e didascalie a cura di Daniela Conti)
Riferimenti bibliografici
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4056765/
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmicb.2020.01388/full
I batteri commensali calibrano la soglia di attivazione dell’immunità antivirale innata. Immunità 37, 158-170. doi: 10.1016 /
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31426423
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6687155/
Viola A. immunologa Univ. Padova – TG Leonardo Rai3 29/10/2020
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7165103/
https://wsimag.com/it/scienza-e-tecnologia/64652-dopo-un-anno-di-pandemia
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)32000-6/fulltext#%20
Alliance for Food Sovereignty in Africa (AFSA). A barefoot guide – Agroecological Series – SURVIVING COVID 19 – The neglected remedy. Visibile in https://www.fao.org/agroecology/database/detail/en/c/1318762/19